Patto di stabilità, riforma Ue: cambiano le regole

(Adnkronos) – Un patto di stabilità più semplice, ma anche più efficace. E' quello che la Commissione Europea vuole ottenere, proponendo una riforma che mira a semplificare il quadro di governance economica dell'Ue sotto diversi aspetti. Viene anzitutto previsto un singolo indicatore operativo, la spesa pubblica netta, mentre vari indicatori inclusi nelle regole attualmente in vigore, come il parametro della riduzione del debito, quello della riduzione del saldo strutturale, la procedura per deviazione significativa e la matrice dei requisiti di aggiustamento fiscale cesseranno di esistere.  Verranno fissati, in pratica, obiettivi pluriennali di andamento della spesa pubblica, che dovranno garantire una riduzione del deficit, se questo è al di sopra del 3% del Pil, riportandolo sotto quella soglia in modo durevole, a politiche invariate, e che dovranno mettere il debito su una traiettoria di riduzione durevole nel tempo (alla fine del periodo il rapporto debito/Pil dovrà essere inferiore alla soglia iniziale, come minimo).  E' previsto un aggiustamento fiscale minimo pari allo 0,5% del Pil ogni anno per i Paesi che si trovano al di sopra del 3%, a prescindere dal fatto se sia stata attivata o meno una procedura per deficit eccessivo. E' la soglia minima che si applicherà, con ogni probabilità, all'Italia, ha spiegato un alto funzionario Ue, nel senso che si può stimare che in caso di traiettoria quadriennale lo sforzo di riduzione del deficit da realizzare sarà probabilmente superiore a questa soglia, mentre in caso di traiettoria settennale è probabile che la soglia dello 0,5% del Pil si applichi per un "periodo significativo" del settennato.  La Germania, tramite il suo ministro delle Finanze Christian Lindner, aveva chiesto parametri orizzontali più elevati, cioè una riduzione del debito pari ad un punto percentuale ogni anno per i Paesi più indebitati, ma secondo i calcoli della Commissione comporterebbe "aggiustamenti fiscali tali da risultare controproducente", perché il debito/Pil "aumenterebbe" in realtà, una cosa che "vorremmo evitare".  Verranno invece stabilite traiettorie di riduzione del debito specifiche per ogni Paese, più graduali degli sforzi che in teoria sarebbero richiesti oggi ai sensi della regola del ventesimo (la regola del debito, in realtà mai applicata, che prevede una riduzione del debito/Pil pari a un ventesimo annuo della quota eccedente il 60%). Traiettorie che saranno di quattro anni, estendibili fino a sette anni nel caso in cui lo Stato membro presenti un piano di riforme e investimenti che siano favorevoli alla crescita e in linea con le priorità Ue.  
Resterà, nel quadro concepito dalla Commissione, la procedura per deficit eccessivo, che si applica a chi supera il 3% del Pil, mentre verrà rafforzata quella per debito, attualmente prevista ma mai utilizzata, perché è una "bomba atomica" e, in quanto tale, se venisse usata "peggiorerebbe le cose", ricorda una fonte Ue. Vengono previste, in generale, sanzioni minori rispetto al quadro attuale, ma proprio per questo più facilmente comminabili se un Paese devia dal percorso concordato o se promette riforme e investimenti e poi non li fa.  
DOMBROVSKIS – Nel nuovo quadro di governance economica Ue, "il coordinamento delle politiche di bilancio sarà fondato su un unico indicatore, la spesa pubblica netta. E' un parametro osservabile e sotto il controllo dei governi, in modo che non ci siano scuse per chi non mantiene gli impegni presi", sottolinea il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, presentando in conferenza stampa a Bruxelles la proposta di riforma del patto di stabilità.  
GENTILONI – Per aumentare gli investimenti pubblici, i Paesi membri dovranno migliorare la "qualità" della loro spesa pubblica, sottolinea il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, in conferenza stampa a Bruxelles. "Il fatto che durante il piano"concordato con la Commissione nel nuovo quadro di governance economica Ue proposto oggi, "il livello di investimenti pubblici debba essere più elevato rispetto al periodo precedente non è solo una richiesta, è un requisito, nella nostra proposta, per estendere il percorso di aggiustamento".  "Naturalmente – continua – sappiamo che non è semplice, perché serve un equilibrio tra spesa pubblica prudente e l'aumento degli investimenti. E' un equilibrio difficile che queste regole e l'attività dei governi e degli Stati membri devono trovare. Ma nello stesso tempo non possiamo arrenderci e accettare il fatto che le nostre regole portano ad un declino progressivo degli investimenti pubblici, perché è una cosa che nelle condizioni attuali del mondo". "Quindi – conclude Gentiloni – dobbiamo fare uno sforzo sulla qualità della spesa pubblica, per avere la possibilità di aumentare gli investimenti pubblici".   (Adnkronos) – Un patto di stabilità più semplice, ma anche più efficace. E' quello che la Commissione Europea vuole ottenere, proponendo una riforma che mira a semplificare il quadro di governance economica dell'Ue sotto diversi aspetti. Viene anzitutto previsto un singolo indicatore operativo, la spesa pubblica netta, mentre vari indicatori inclusi nelle regole attualmente in vigore, come il parametro della riduzione del debito, quello della riduzione del saldo strutturale, la procedura per deviazione significativa e la matrice dei requisiti di aggiustamento fiscale cesseranno di esistere.  Verranno fissati, in pratica, obiettivi pluriennali di andamento della spesa pubblica, che dovranno garantire una riduzione del deficit, se questo è al di sopra del 3% del Pil, riportandolo sotto quella soglia in modo durevole, a politiche invariate, e che dovranno mettere il debito su una traiettoria di riduzione durevole nel tempo (alla fine del periodo il rapporto debito/Pil dovrà essere inferiore alla soglia iniziale, come minimo).  E' previsto un aggiustamento fiscale minimo pari allo 0,5% del Pil ogni anno per i Paesi che si trovano al di sopra del 3%, a prescindere dal fatto se sia stata attivata o meno una procedura per deficit eccessivo. E' la soglia minima che si applicherà, con ogni probabilità, all'Italia, ha spiegato un alto funzionario Ue, nel senso che si può stimare che in caso di traiettoria quadriennale lo sforzo di riduzione del deficit da realizzare sarà probabilmente superiore a questa soglia, mentre in caso di traiettoria settennale è probabile che la soglia dello 0,5% del Pil si applichi per un "periodo significativo" del settennato.  La Germania, tramite il suo ministro delle Finanze Christian Lindner, aveva chiesto parametri orizzontali più elevati, cioè una riduzione del debito pari ad un punto percentuale ogni anno per i Paesi più indebitati, ma secondo i calcoli della Commissione comporterebbe "aggiustamenti fiscali tali da risultare controproducente", perché il debito/Pil "aumenterebbe" in realtà, una cosa che "vorremmo evitare".  Verranno invece stabilite traiettorie di riduzione del debito specifiche per ogni Paese, più graduali degli sforzi che in teoria sarebbero richiesti oggi ai sensi della regola del ventesimo (la regola del debito, in realtà mai applicata, che prevede una riduzione del debito/Pil pari a un ventesimo annuo della quota eccedente il 60%). Traiettorie che saranno di quattro anni, estendibili fino a sette anni nel caso in cui lo Stato membro presenti un piano di riforme e investimenti che siano favorevoli alla crescita e in linea con le priorità Ue.  
Resterà, nel quadro concepito dalla Commissione, la procedura per deficit eccessivo, che si applica a chi supera il 3% del Pil, mentre verrà rafforzata quella per debito, attualmente prevista ma mai utilizzata, perché è una "bomba atomica" e, in quanto tale, se venisse usata "peggiorerebbe le cose", ricorda una fonte Ue. Vengono previste, in generale, sanzioni minori rispetto al quadro attuale, ma proprio per questo più facilmente comminabili se un Paese devia dal percorso concordato o se promette riforme e investimenti e poi non li fa.  
DOMBROVSKIS – Nel nuovo quadro di governance economica Ue, "il coordinamento delle politiche di bilancio sarà fondato su un unico indicatore, la spesa pubblica netta. E' un parametro osservabile e sotto il controllo dei governi, in modo che non ci siano scuse per chi non mantiene gli impegni presi", sottolinea il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, presentando in conferenza stampa a Bruxelles la proposta di riforma del patto di stabilità.  
GENTILONI – Per aumentare gli investimenti pubblici, i Paesi membri dovranno migliorare la "qualità" della loro spesa pubblica, sottolinea il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, in conferenza stampa a Bruxelles. "Il fatto che durante il piano"concordato con la Commissione nel nuovo quadro di governance economica Ue proposto oggi, "il livello di investimenti pubblici debba essere più elevato rispetto al periodo precedente non è solo una richiesta, è un requisito, nella nostra proposta, per estendere il percorso di aggiustamento".  "Naturalmente – continua – sappiamo che non è semplice, perché serve un equilibrio tra spesa pubblica prudente e l'aumento degli investimenti. E' un equilibrio difficile che queste regole e l'attività dei governi e degli Stati membri devono trovare. Ma nello stesso tempo non possiamo arrenderci e accettare il fatto che le nostre regole portano ad un declino progressivo degli investimenti pubblici, perché è una cosa che nelle condizioni attuali del mondo". "Quindi – conclude Gentiloni – dobbiamo fare uno sforzo sulla qualità della spesa pubblica, per avere la possibilità di aumentare gli investimenti pubblici".  https://www.adnkronos.com/patto-di-stabilita-riforma-ue-cambiano-le-regole_jHW035WlAbkm33iOotCeXeconomiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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